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Whitney Houston: distrutta dagli abusi, ricordata oggi a Cannes

Chi dice di non aver mai cantato e sognato sulle note di "I Will Always Love You", singolo del 1992 di Whitney Houston mente, ed anche spudoratamente. Con i suoi oltre 415 premi, è la cantante più premiata al mondo, tra cui un disco di Diamante ottenuto negli Stati Uniti per il suo primo album omonimo, del 1985. Whitney Houston è una delle artiste più amate al mondo, fin da subito, e proprio in questi giorni, il regista Kevin MacDonald (recentemente regista della miniserie TV 22.12.63, tratta dall'omonimo libro di Stephen King), l'ha ricordata con un documentario presentato a Cannes, rivelando un triste passato, vissuto da lei e dal suo fratello, fra gli abusi della cugina Dee Dee Warwick.

Infinita lei, e la sua musica

"The Voice", così l'aveva soprannominata Oprah Winfrey, sottolineando come Whitney Houston non avesse bisogno di altre presentazioni. E tutt'oggi, è così. La sua voce era iconica, riconoscibile far altre mille. Se non fosse stato per il suo enorme successo negli anni '80, il mercato musicale non si sarebbe aperto, se non in tempi più moderni, alle artiste di colore. Nulla sembrava poter fermare la sua voce, grazie alla quale ha piazzato ben sette singoli consecutivi nella classica Billboard Hot 100. Si parla di numeri incredibili, che non possono che renderla, ancora oggi, l'artista femminile più amata e più premiata.

Muore nel 2012, a seguito di un annegamento nella vasca da bagno della sua stanza d'hotel, causato da un'eccessiva assunzione di droghe accompagnate da una malattia vascolare. Incredibile come nonostante l'amore dei suoi fans per lei, ed il suo per la musica, non siano riusciti, insieme, a salvarla da un passato mostruoso e distruttivo.

Bellissima, ma mai sensuale ed a suo agio

MacDonald, parlando delle sue ricerche su Whitney Houston, per la regia del suo documentario, a Vanity Fair, disse: "Non era mai a suo agio. Sembrava quasi asessuata. Era bellissima, ma mai particolarmente sexy.", il regista prosegue, riportando come, comportamenti così, siano spesso causati da abusi subiti in età infantile. Whitney Houston non ne parlò mai, se non alla sua assistente ed al fratello, vittima di abusi insieme a lei. Come la stessa assistente ha affermato, la Houston sembrava vergognarsi degli abusi subiti, quasi come se si sentisse in colpa, convinta di aver dato un motivo alla cugina per abusare di lei.

I continui abusi, che l'hanno portata via dalla musica

Come lei, troppe donne subiscono abusi, nella vita privata e nella vita lavorativa. Nel 2014, alcune donne dello spettacolo, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, hanno deciso di rompere il silenzio. Fra le tante, Madonna, che ricorda un fatto di quando aveva 20 anni, ed era sola a New York: "Venni violentata sul tetto di un edificio in cui ero stata trascinata sotto la minaccia di un coltello alla schiena.". Ne seguì Rihanna, che ricordò invece lo sguardo del suo assalitore: "In quel momento, i suoi occhi erano senz'anima, non erano più gli stessi occhi della persona che diceva di amarmi.". Pamela Anderson ricordò come lo stupro inizialmente doveva essere un gioco: "Presto il gioco si trasformò in un massaggio alla chiesa che poi divenne uno stupro: la mia prima esperienza sessuale.". Nina Morich, ricordò invece le violenze subite dal padre, che la portarono prima a soffrire di autolesionismo e di anoressia, e poi alla fuga dalla Croazia.

Nonostante tutto, nessuna donna è sola

La paura che Whitney Houston ha avuto di denunciare gli abusi subiti dalla cugina, l'hanno portata a fare uso di droghe e di stupefacenti, facendola diventare una donna dalla voce incredibile, ma dagli occhi tristi. Nessuna donna dovrebbe mai avere paura di denunciare, mai. Non esitate a parlarne con la famiglia e con gli amici, ma soprattutto con le autorità. Perchè quando è no, deve essere no.

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